Mercurio, radioattività... ma i controlli all'inceneritore di Torino-Gerbido ci sono?

26 Febbraio 2025 Tempo di lettura: 2 minuti

Nel febbraio 2017 (e chissà quante altre volte da allora) l'inceneritore di Torino-Gerbido ha bruciato dei rifiuti radioattivi, emettendo quindi i residui dal camino.

Secondo l'ARPA come al solito "non c'è stato alcun rischio per la popolazione" (ne dubitavate?).

Questa notizia segue quella, emersa alcuni mesi prima, secondo cui le emissioni dell'inceneritore hanno sforato pesantemente le emissioni di mercurio (e forse continuano a farlo, lo scopriremo fra qualche anno...). Notare che, secondo il servizio del TG Piemonte la radioattività è stata scoperta nello stabilimento della Solvay di Livorno, dove vengono portati i residui tossici in polvere estratti dai filtri dei fumi dell'inceneritore.

Quindi al camino dell'inceneritore non si controlla la radioattività, ma bisogna aspettare di estrarre le polveri dai filtri e portarle a spasso per mezza Italia a casa di qualcun altro (la Solvay) che (giustamente) segnala che la roba che gli arriva è radioattiva. E TRM? E ARPA? e in Piemonte? c'è qualcuno che controlla qualcosa? I dubbi sorgono spontanei e legittimi, e la risposta a quanto pare è NO: tutti dormono tranquilli finchè qualcuno da fuori non li va a disturbare...

La "giustificazione" dei nostri prodi controllori & controllati sembra essere che i pazienti in radioterapia buttano i loro rifiuti radioattivi nella normale immondizia. Ma non c'è da preoccuparsi perchè questa radioattività decade in 8 giorni. Ora, a parte che TRM deve controllare se i rifiuti che le arrivano sono o no radioattivi (e a quanto pare non lo fa, o fa finta di nulla), significherebbe che in 8 giorni il rifiuto viene gettato nel cassonetto, raccolto, portato al Gerbido, rimane nella fossa, alla fine viene bruciato, i fumi finiscono in parte in atmosfera e in parte nei filtri. Questi filtri sono svuotati, le polveri portate alla Solvay di Livorno, e qua, nonostante il tempo passato e l'enorme diluizione in mezzo a migliaia di altre tonnellate di rifiuti ci accorgono che c'è (ancora) una radioattività sufficiente ad essere rilevata.

Ma siamo sicuri che la storia regga? Siamo sicuri che non ci sia ben altro materiale radioattivo smaltito "allegramente"? Mah. A questo punto è lecito chiedersi se i controlli non avvengano solo a danno già fatto, e soldi intascati dai privati che possiedono l'inceneritore, ed a quanto pare fanno un po' quello che gli pare.


All'inceneritore di Torino rifiuti da tutta Italia. E noi respiriamo...

26 Febbraio 2025 Tempo di lettura: 2 minuti

Circa dal 2014 l'inceneritore di Torino-Gerbido brucia rifiuti provenienti dalla Liguria, in base ad accordi fra i politici sinistrorsi torinesi e la giunta di centrodestra della Riviera. Si tratta di circa 100'000 tonnellate all'anno, che producono lauti incassi per TRM (società privatizzata che gestisce l'inceneritore) ed abbondanti veleni (diossine, mercuiro polveri) per gli abitanti di Torino e Provincia nonchè per chi consuma cibi (latte, verdure, grano, mais... ecc) prodotti nella zona.

Il tutto grazie al solito Chiamparino (allora Sindaco PD di Torino e poi Presidente della Regione), a Saitta (allora Presidente PD della Provincia) nonchè al governo a guida PD di Renzi & Verdini che con il Decreto sblocca-Italia (DL 133/2014) hanno dichiarato il Gerbido "impianto di interesse nazionale": in parole povvere una licenza di bruciare a più non posso tutto quello che si riesce a bruciare. Il tutto in barba alle valutazioni d'impatto ambientale ed a qualunque cautela nei confronti della salute dei cittadini. Qualunque partito politico sponsorizzi impianti insalubri non può che essere definito:

Partito Diossina!

Evviva. Tanto Torino non ha problemi di polveri ed inquinamento!!!...

Anche i Sindaci PD di Grugliasco, Beinasco e Rivoli, che quando si è trattato di decidere se e quanto grande fare l'inceneritore hanno votato "più grande e potente possibile" adesso si lamentano (poverini, che "avveduti"...) che ci sono rifiuti che arrivano da mezza Italia per questa o quella "emergenza rifiuti" (in Liguria c'è "emergenza" da anni...). Ma senza far troppo rumore!

Intanto i cittadini respirano sostanze cancerogene presenti nei fumi emessi dalla ciminiera del Gerbido (per ben 11-12 MILIONI di metri cubi al GIORNO!!)...


Il monitoraggio sanitario "SPoTT" sull'inceneritore svela... una bufala!

26 Febbraio 2025 Tempo di lettura: 2 minuti

In maniera molto poco appariscente (chissà perché?) alcuni organi di informazione meno noti hanno dato la notizia secondo cui lo studio sanitario sull'inceneritore di Torino (denominato "Programma SPoTT") rivela metalli nel sangue, ma l'imputato sarebbe il traffico auto. Ma è proprio vero? Ovviamente no.

In realtà che l'inceneritore con questo studio fosse assolto da ogni colpa, era stato dettagliatamente previsto già nel 2013. Scomodando Nostradamus? No, semplicemente  per via di come è stato costruito lo studio SPoTT.

Rimandiamo all'articolo del dott. Carlo Proietti per le spiegazioni dettagliate, ma la sostanza in parole povere è che, tramite un giochino statistico e matematico, lo studio conclude che "non si può dimostrare che ci sia un aumento", ma non certifica assolutamente se l'aumento di veleni nel sangue c'è stato o no. Attenzione alle parole: semplicemente dice che "non si può dimostrare"!

Qual'è il trucco? per fare un esempio banale, è come se cercassimo se c'è ghiaia in un mucchio di sabbia, usando come setaccio una rete da giardino: ovviamente la ghiaia passerebbe oltre il setaccio, che alla fine del test sarebbe vuoto, semplicemente perchè ha le maglie troppo larghe. Possiamo dire che non c'è ghiaia nella sabbia? No, possiamo solo dire che il nostro test non l'ha dimostrato...

La stessa cosa, si evince dall'articolo di Proietti, vale per lo studio ASL-ARPA sulle emissioni dell'inceneritore, solo che il "setaccio" in questo caso è di tipo matematico-statistico.

Quindi inceneritore assolto? a quanto pare decisamente no, anche perché altri studi indipendenti fatti con criteri meno artefatti (e soprattutto per avere risposte chiare e non nebulose) dicono tutt'altro... ovvero che dopo l'accensione dell'inceneritore nel 2013 ci sono stati forti aumenti di della contaminazione della popolazione a causa di metalli pesanti.


La nascita del Gerbido e la finta sorveglianza sanitaria

26 Febbraio 2025 Tempo di lettura: 12 minuti

Storia della nascita dell'inceneritore del Gerbido

A metà anni '90 l'amministrazione comunale di Torino decide di voler costruire un inceneritore. In realtà l'idea di costruire un inceneritore al Gerbido, proprio lì, subito oltre a quello che all'epoca era il nuovo cimitero di Torino è della seconda metà degli anni '70. Discariche, inceneritori, cimiteri si piazzano sempre lì, nelle zone di confine.

Ma, dovendo recitare riti democratici, decidono di voler giungere alle decisioni in modo "partecipato" e così nel 1999 nasce il progetto "Non rifiutarti di scegliere". Per un verso è realizzata una pressante campagna pubblicitaria con l'immagine di Torino completamente sepolta da coreografici rifiuti, circondata dall'arco alpino, con la sola Mole Antonelliana che faticosamente emerge dai rifiuti. Parallelamente, fino al 2002 si svolge il lavoro della Commissione "Non rifiutarti di scegliere".

"Che bello!" -penserà qualcuno- "Allora si è giunti alla decisione in modo partecipato!" Ebbene... NO! La Commissione doveva solo scegliere il luogo in cui costruire l'inceneritore.

C'era chi provava a dire che occorreva discutere su come affrontare il tema dei rifiuti. Il Decreto Ronchi, già dal 1996, aveva recepito la normativa europea che imponeva la riduzione, il riutilizzo, il riciclaggio e la raccolta differenziata. Ma i "dissidenti" vengono regolarmente zittiti. Si doveva discutere solo su dove costruire l'inceneritore. La scelta non può essere messa in discussione. Nel 2003 / 2004 le discariche scoppieranno!!!

La discussione sul sito dove costruire l'inceneritore avviene con grande dispendio di risorse tecniche. Ma qualcosa probabilmente non va nella direzione giusta. Gamba, l'allora assessore all'ambiente della Provincia di Torino, lancia ripetutamente l'ammonimento "Badate bene, con tutto quello che stiamo facendo, è necessario che le decisioni della Commissione siano rispettate". Ma perché Gamba dice così? Cosa c'è che non va?

In un modo o nell'altro, la Commissione "Non rifiutarti di scegliere", non discute di rifiuti, ma discute di inceneritore. Come da mandato! Ed alla fine redige la graduatoria dei siti idonei per l'inceneritore. Il Gerbido va maluccio. Anzi, decisamente male! Arriva al 9° posto, quasi in zona retrocessione!

Pazienza, direte voi! Ma inizia la bagarre politica. Nessuno vuole l'inceneritore! Anzi, sembra quasi che nessuno debba volere l'inceneritore nel posto sbagliato. L'inceneritore deve andare dove era destinato! Quindi proteste dei vincitori (quelli in testa alla graduatoria...), tavoli rovesciati, manfrine. Sembra che l'inceneritore stia per atterrare a Mirafiori nord. Trombotto, presidente della X Circoscrizione guida prima l'invasione della Sala Rossa e poi manifestazioni di massa. Pare che PDS / DS / PD  gradiscano il NIMBY, quando serve....

E così a fine aprile 2003 i giornali annunciano che l'inceneritore sarà costruito al Gerbido! Seguirono i rituali proclami dei sindaci fino al mitico "dovranno passare sul mio corpo", Ma era un commedia, e l'interessato sembra godere ancora di discreta salute. E così l'inceneritore era finalmente destinato dove i morbosi desideri di un importante pezzo della classe politica torinese lo volevano collocare nelle fantasie notturne.

I limiti di emissione "limitano" veramente qualcosa?

Perché questa (lunga) premessa?
Perché costruire un inceneritore per risolvere il problema dei rifiuti è un sciocchezza. Ad un problema, i rifiuti, si aggiunge un altro problema, l'inceneritore. Quando un problema ambientale (e non solo) ha un origine multifattoriale, la risoluzione richiede strategie complesse. È quello che hanno fatto i Paesi europei, che nei decenni passati hanno messo in atto politiche per i rifiuti, che in effetti portarono anche alla costruzione di inceneritori.

Ma da noi, la politica preferisce le soluzioni grandi alle grandi soluzioni! E dire che sarebbe sufficiente copiare da chi è 25 anni più avanti di noi.
La scelta del PCI / PDS / DS / PD è stata quella di costruire un impianto in assenza di una politica dei rifiuti, predeterminando la quantità di rifiuti da bruciare.

È sicuramente una "scelta di classe"; tutti spendiamo molto di più, mentre qualcuno guadagnerà lautamente. Ma per una volta occupiamoci dei rischi per la salute.

Gli inceneritori devono ovviamente rispettare limiti per le emissioni in atmosfera di tutti gli inquinanti, compresi diossine e PCB. Più precisamente i limiti non devono essere rispettati nelle fasi di accensione e spegnimento, in quanto, tecnicamente, non sono rispettabili.

Ma i limiti per le emissioni sono limiti per unità di volume. In altri termini, per ogni metro cubo di emissioni, la concentrazione delle singole sostanze non può superare un determinato valore. Quindi, a parità di tecnologia, più si brucia, più si emette. Così forse inizia a diventare comprensibile che avere predeterminato la quantità di rifiuti da bruciare, non è proprio una bella cosa dal punto di vista ambientale. Più si brucia, più si emette! Questo nell'ipotesi che si riesca a rispettare la normativa. Che poi ci siano dei problemi, è cosa da mettere nel conto.

Il Nostro, per esempio, il 2 maggio è andato in black out per un temporale e si è allagato con conseguente spegnimento. Probabilmente è un record mondiale!
Sintesi delle puntate precedenti: Si decide di costruire un inceneritore senza seguire le indicazioni normative che prevedono la messa in atto di una politica del rifiuti. Si spendono soldi per fare una Commissione per decidere dove piazzarlo e poi non si rispettano i risultati della Commissione.
Per la fretta di terminare l'inceneritore entro il 30 aprile l'opera sembra che lasci un pochino a desiderare. Spero solo che i 2 morti da infortunio non c'entrino con questa fretta.

Quando si fanno delle scelte palesemente sbagliate, occorre inventarsi di tutto per sostenerle. Quindi, fioccano soldi per "compensazioni ambientali", che non compensano nulla dal punto di vista ambientale: sono "paghette" date ai Sindaci per fare un po' di cose che aiutino a riguadagnare il consenso. Ma com'è che dicevano gli antichi romani? Panem et circenses? Solo che allora pagava l'imperatore, mentre ora, da noi, le compensazioni saranno pagate con i soldi dei cittadini ignari. Infatti rientrano tra i costi a carico di TRM che ovviamente ricaverà questi soldi dalla tariffa rifiuti pagata da i cittadini.

La foglia di fico della "sorveglianza sanitaria"

E poi, ovviamente, si mette in piedi uno studio, il piano di sorveglianza sanitaria della popolazione, che ha come elemento centrale la misurazione di una serie di metalli pesanti e di diossine e di PCB in due gruppi di persone. Uno di residenti in zone vicine all'inceneritore ed un altro, i "non esposti", cioè  residenti in zone più lontane. Si prevede che i controlli saranno fatti nel mese di giugno e poi dopo 3 anni. E dopo circa un altro anno si avranno i risultati. In altri termini questo studio terrà occupati i primi 4 anni di vita dell'inceneritore!

Da medico del lavoro trovo molto interessante questo studio che - per quanto mi è dato di capire - mi sembra anche uno studio ben impostato. E questo studio costerà 2.200.000 euro. (altre fonti dicono 1.800.000). Da medico del lavoro e da operatore della prevenzione, mi chiedo se in un periodo in cui la prevenzione piemontese rischia seriamente di "morire" a causa della violenza dei tagli alla sanità, se sia giusto spendere una cifra così rilevante su questo tema, visto che con gli stessi soldi si potrebbero salvare attività di prevenzione di carattere ordinario, che non si riesce più ad effettuare per mancanza di risorse.

Oltre a ciò, dal Comitato Locale di Controllo di mercoledì 29 maggio 2013 è uscita una notizia che a mio giudizio dovrebbe avere risalto non solo nelle cronache locali. Lo studio di sorveglianza sanitaria della popolazione, si avvale delle migliori tecniche per determinare la quantità di diossine, PCB e metalli pesanti nella matrice biologica (sangue, urine) analizzata. Il confronto tra "popolazione esposta" e "popolazione non esposta" e tra "prima" e "dopo" comporta una valutazione statistica dei risultati che consentirà (per ogni gruppo e per ogni campagna di analisi) di dirci non solo il valore medio misurato, ma anche quale sia la dispersione dei risultati. Così, non sarà solo possibile confrontare i dati, ma anche stabilire se la differenza osservata è statisticamente significativa. Il tema è ostico ed ho provato a spiegarlo e semplificarlo in un altro post.

In pratica, quello che abbiamo scoperto il 29 maggio, grazie ad una domanda dell'Assessore all'Ambiente di Rivalta è che in relazione al numero di soggetti esaminati, lo studio sarà in grado di documentare in modo statisticamente significativo aumenti di assorbimento delle sostanze tossiche superiori al 20%. Una enormità.

In altri termini, per esempio, se avremo un aumento dell'assorbimento di sostanze tossiche tra il 15 e il 20% non si avrà un risultato statisticamente significativo. Da cittadino e da consigliere comunale mi chiedo: è etico spendere una cifra così importante  per uno studio che con ogni probabilità darà una "non risposta"? Uno studio che non risponde alle ansie dei cittadini? A pensare male si fa peccato, ma onestamente qualche dubbio dovrebbe venire anche a voi!

Una volta in Italia era ben chiaro cosa fosse la prevenzione primaria. L'eliminazione o riduzione delle esposizione a fattori di rischio per la salute!. Le lotte operaie di Torino per la salute in fabbrica e contro la monetizzazione del rischio hanno insegnato  molto. All'Italia, e non solo. In campo ambientale il principio di precauzione ci dice sostanzialmente la stessa cosa. Sostanze ad elevata tossicità non si emettono nell'ambiente, salvo che sia impossibile fare diversamente.

L'inquinamento ambientale ed i conseguenti danni alla salute sono problemi tanto gravi quanto complessi. Se qualcuno promette di risolvere questi  problemi in men che non si dica, nel migliore dei casi non sa di cosa sta parlando! Ma in una situazione di grave inquinamento, c'è un'enorme differenza tra scelte politiche che determinano un aumento dell'inquinamento - per piccolo che esso sia - (ma non è questo il nostro caso) e scelte politiche che lo riducono per piccola che sia la riduzione!

Provate a pensarci un attimo. Per l'aumento di una frazione di punto percentuale del PIL tutti i media gioiscono! Per una riduzione analoga, tutti si disperano.  Per gran parte della politica, se la mortalità da inquinamento ambientale aumenta o diminuisce di un analoga percentuale, non fa alcuna differenza. Costruire una nuova fonte di immissione nell'ambiente di inquinanti organici persistenti e metalli pesanti è semplicemente una scelta sbagliata in quanto evitabile con una "normale politica dei rifiuti".

I 15 anni passati dall'inizio della vicenda dell'inceneritore del Gerbido sono un tempo congruo per pensare ed attuare una politica dei rifiuti e per raccoglierne i frutti.
Invece, costruiscono l'inceneritore del Gerbido. Poi dicono "Controlleremo le emissioni!" Ci mancherebbe altro! Lo prevede la legge! E quando un "tecnico" spiega che ci sono effetti sulla salute anche con il rispetto dei valori limite per le emissioni, prima viene corretto dai politici poi viene redarguito "Lei si assume la responsabilità delle sue affermazioni!". E poi si dice che sarà controllata la salute dei cittadini. In realtà sarà controllata l'esposizione al rischio. Peccato che si potranno apprezzare soltanto aumenti piuttosto grandi!

Credo che la politica si debba assumere le sue responsabilità. Chi vuole l'inceneritore deve solo garantire che i controlli siano effettuati secondo la legge. E se vuole fare qualcosa in più, faccia in modo che si controlli accuratamente ciò che entra nell'inceneritore. Spendere i soldi per fare questo, forse può proteggere da qualche ulteriore esposizione indebita ed evitare qualche danno alla salute.
Fare lo studio di sorveglianza sanitaria della popolazione residente nei pressi dell'inceneritore del Gerbido, servirà solo ad una politica parolaia che intende scansare le proprie responsabilità!

Carlo Proietti - 2013

N.B: la Convenzione di Stoccolma affronta questo tema. Ma si sa che le Convenzioni servono solo per esprimere buoni propositi! Pensate mica che debbano trovare applicazione?! La Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (maggio 2001), tra i quali si annoverano le diossine, riconosciuta dalla maggior parte delle nazioni e da tutti i Paesi dell’UE, nasce dal riconoscimento delle proprietà tossiche degli inquinanti organici persistenti, della loro resistenza alla degradazione e capacità di bioaccumulo negli ecosistemi terrestri e acquatici, che rendono particolarmente gravi i loro effetti ambientali e sanitari, “in particolare sulle donne e, attraverso di loro, sulle generazioni future”.

L'Allegato C della Convenzione di Stoccolma pone l’incenerimento dei rifiuti al primo posto tra le fonti responsabili della produzione non intenzionale di policlorodibenzo-p-diossine, policlorodibenzofurani, esaclorobenzene (HCB) e bifenili policlorurati (PCB);
esaclorobenzene e bifenili policlorurati (PCB) sono tra gli inquinanti organici persistenti la cui pericolosità è tale che la loro produzione volontaria è vietata dalla citata Convenzione e dal Regolamento (CE) n. 850/2004 - che la ratifica - e le emissioni dovute a produzione non intenzionale sono tollerate in quanto siano assoggettate a regimi di riduzione dei rilasci che debbono tendere alla loro eliminazione.


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Inceneritore del Gerbido

25 Febbraio 2025 Tempo di lettura: 23 minuti

A seguire su questa pagina vogliamo fornirti qualche informazione in più sull'enorme impianto costruito alle porte di Torino, grazie alle scelte della solita politica (comunale, provinciale, regionale e nazionale) che pensa più alle poltrone, agli appalti ed ai suoi affari che non alla salute dei cittadini ed alla qualità della vita.
Al fondo, qualche informazione d'attualità, perchè a febbraio 2025 la Regione Piemonte sembra intenzionata a ingrandire l'inceneritore raddoppiando l'inquinamento originariamente previsto.

Vengono presentati tutti dati ufficiali e dotati di fonti scientifiche e tecniche, non ipotesi o teorie. Sono numeri e fatti di cui TV e giornali non parlano mai perché preferiscono fare propaganda, spacciando per "sicuro" e "salutare" ciò che è invece pericoloso ed altamente nocivo.

Vediamo perché e rispondiamo a qualche domanda.

Quanti rifiuti si bruciano?

Il progetto prevedeva di bruciare ogni anno almeno 421'000 tonnellate di rifiuti, con possibilità di aumento (l'impianto è stato sovradimensionato grazie a Saitta e Chiamparino, ed è tecnicamente in grado di bruciare più rifiuti). Questa quantità era originariamente calcolata come il 50% dei rifiuti non differenziati della metà sud della Provincia di Torino, ma era già una violazione del decreto Ronchi e poi del successivo Codice dell'Ambiente (d.lgs 152/2006), che all'art. 205 prevedeva l'obbligo di raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2012.

Obbligo ovviamente disatteso e che si è fatto di tutto per non raggiungere. La politica al servizio degli affari sporchi. Tutto ciò, mentre ad aprile 2012 il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione per introdurre il "divieto di incenerimento dei rifiuti che possono essere riciclati o compostati" (comma 32).

Grazie al decreto cosiddetto “Sblocca Italia” voluto da Renzi, questo quantitativo è salito presto a circa 500mila tonnellate (+20%), con un aumento dei guadagni per i privati proprietari dell’impianto stimato in 7 milioni di euro all’anno: infatti oggi a Torino si smaltiscono anche circa 70'000 tonnellate di rifiuti della Liguria.

Al 2025, secondo il sito del gestore, i rifiuti bruciati ammontano a 565’000 (604.532 nel 2022) tonnellate/anno, cioè il 34% in più di quanto originariamente autorizzato. Intanto Torino e la pianura padana soffocano nelle polveri…

Emissioni? oltre 10 milioni di metri cubi di fumi al giorno!

Secondo il progetto originario presentato da TRM (società proprietaria dell'impianto del Gerbido, originariamente pubblica ma immediatamente privatizzata), l'inceneritore emette ogni giorno dalla ciminiera 10'080'000 di metri cubi di fumi tossici.

Questo dato non viene mai esplicitamente dichiarato per intero, neanche sui documenti tecnici: si parla di 140'000 mc all'ora per ciascuna delle 3 canne di cui è composta la ciminiera. La moltiplicazione è banale, ma evidentemente i promotori ed i loro sponsor politici hanno moltissima paura di dire quali sono i numeri totali in gioco. I valori dichiarati da TRM per le sostanze inquinanti vanno quindi moltiplicati per... 10 milioni!! E questo ogni giorno. Partendo da numeri espressi in "zero virgola qualcosa", si arriva a:

  • 300 kg di ossido di carbonio (CO) al giorno
  • 700 kg di ossidi di azoto (NOx) al giorno
  • 50 kg di acido cloridrico (HCl) al giorno
  • 100 kg di anidride solforosa (SO2) al giorno

E molti altri ancora sono gli inquinanti emessi. Molti di essi non si vedevano a Torino e dintorni dagli anni ’70!!! Evviva il progresso!

Con l'aumento del quantitativo di rifiuti bruciato stabilito dal decreto "Sblocca Italia", aumentano anche i fumi, fino ad un valore che possiamo stimare in 12-13 milioni di metri cubi al giorno.

Diossine e metalli pesanti? Quanti ne volete!

TRM ammette che c'è emissione di diossine, furani, policlorobifenili (PCB), idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e metalli pesanti. Queste sostanze sono dette “microinquinanti” perché sono altamente cancerogene anche in dosi piccolissime, cioè di miliardesimi di grammo (o nanogrammi). Sempre secondo i dati ufficiali dello Studio d'Impatto Ambientale di TRM, l'inceneritore emette ogni giorno almeno:

  • 0.5 kg di mercurio
  • 0.3 kg di arsenico, cromo, piombo, nickel, cobalto ed altri metalli pesanti
  • 100 g di idrocarburi policiclici aromatici
  • 1 mg di diossine/furani al giorno cioè un milione di nanogrammi (ng) o un miliardo di picogrammi (pg).

Si tenga presente che, secondo le stime dell'Unione europea del 2001, la produzione d'acciaio nell'intera Europa ha prodotto 350 g (trecentocinquanta grammi!) di diossine*. A Seveso, la concentrazione massima assoluta riscontrata al suolo dopo l'incidente fu di 580.4 μg/mq (microgrammi al metro quadrato di terreno)*.

l limite massimo di presenza di diossine negli alimenti è oggi variabile (a seconda dell'alimento) fra 0.006 e 0.001 ng per grammo di alimento (da 1 a 6 picogrammi per grammo)*.

Per comprendere meglio questi numeri, ricordiamo che un milligrammo (mg) è 1/1000 di grammo, un microgrammo (μg) è un millesimo di milligrammo (o un milionesimo di grammo), un nanogrammo (ng) è un milionesimo di milligrammo (o miliardesimo di grammo), ed un picogrammo (pg) è un miliardesimo di milligrammo (o un millesimo di miliardesimo di grammo).

* Dati da: APAT - Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici - Diossine Furani e PCB – Febbraio 2006 - ISBN 88-448-0173-6

Polveri sottili (PM10): come 6 milioni di km con un'auto euro5/6!

Sembrerà strano, ma l'inceneritore non deve rispettare nessun limite per il PM10 o il PM2,5. La vostra automobile invece si. A titolo d'esempio, un'auto diesel euro5 o euro6 (dall’utilitaria al mega-SUV) non può emettere più di 5 mg/km (millesimi di grammo ogni km) di PM10. L'inceneritore per legge può emettere 10 mg/mc (millesimi di grammo per metro cubo di fumi), ma "garantisce" che ne emette solo 3. Meno di un'auto? No! Infatti dipende da quanti metri cubi di fumi emette! E visto che come s'è detto sopra sono 10 milioni i mc emessi al giorno, è facile calcolare che per fare le stesse emissioni di UN giorno di inceneritore un'auto diesel euro5 o 6 deve fare ben 6 milioni di chilometri.

L'inceneritore inoltre non non ha limiti specifici per il PM10, ma solo per le “polveri sospese totali”, senza distinguere quanto queste polveri sono fini. Ma come è ormai stato dimostrato ed certificato anche dall'OMS, le polveri sono tanto più pericolose quanto più sono fini, perché penetrano più a fondo nei polmoni.

Inoltre le polveri non sono tutte uguali né sono pericolose di per sé: dipende dalle sostanze di cui sono fatte. La polvere di cacao o farina non è come lo scarico delle auto. Allo stesso modo la polvere derivante dalla combustione del gasolio nelle automobili di certo è meno tossica di quella di un inceneritore, perché il gasolio bene o male è una sostanza uniforme e controllata, e non un miscuglio indifferenziato di rifiuti vari (plastiche, batterie, inchiostri, apparecchi elettronici, pneumatici, schifezze varie) come quello che brucia l'inceneritore.

Le polveri dell'inceneritore contengono diossine, furani, PCB, metalli pesanti ecc. Infatti quelle raccolte dai filtri sono classificate come “rifiuti pericolosi”. Molto peggio che i tanto criticati diesel. Ciò che i filtri non trattengono, sono quindi rifiuti pericolosi, e ne vengono emessi almeno 30 kg al giorno (dato di progetto). La normativa (d.lgs 133/2015) comunque permette al “nostro” inceneritore di emettere “legalmente” fino a 100 kg/giorno. Fate un bel respiro!

E queste quantità sono il risultato del "filtraggio del 99,9% delle polveri" che viene publicizzato da TRM, giornali e TV come risultato dei sistemi di "depurazione dei fumi": già solo lo 0,1% rimanente quindi sono quantità di polveri altissime!

Infine, la pianura padana, essendo circondata da alte montagne, favorisce la concentrazione degli inquinanti: in altre situazioni i fumi si disperderebbero (vedi altri inceneritori installati in luoghi più aperti e ventosi o sulle coste), mentre nel nord Italia questi fumi ristagnano. Quando i soliti propagandisti vi raccontano di altri inceneritori in giro per l'Europa, si dimenticano di dirvi questo importante particolare: noi siamo chiusi in una camera a gas. Oltretutto, perchè si limitano i motori diesel, e non gli inceneritori di tutta la pianura padana, che producono polveri molto più pericolose?

Le emissioni rispettano i limiti?

Premesso che i valori sopra indicati sono quelli più ottimistici e che la normativa vigente permette "legalmente" di avere fumi anche 10 volte più contaminati, sempre "nel rispetto dei limiti", purtroppo i fatti hanno mostrato fin da subito (vedi incidenti del 2013 e 2014) che spesso le emissioni "sforano" anche questi limiti già molto permissivi.

Inoltre, è bene ricordare un aspetto importantissimo: i “limiti di legge” dicono solo quanto possono essere “sporchi” i fumi (mg di sostanza inquinante per metro cubo di fumi)… NON esiste nessun limite a QUANTO fumo può essere emesso! I 10 milioni di mc di fumi al giorno possono diventare 100 o anche 1000 milioni, senza violare NESSUNA LEGGE. Un po' come se, parlando di inquinamento prodotto dal traffico veicolare, si parlasse solo di valori euro2-3-4 senza preoccuparsi minimamente se circolano 10 automobili o 10 milioni.

Quindi, quando TRM, il Comune, la Provincia, la Regione o l'ARPA cercano di tranquillizzarvi dicendo che “l'inceneritore rispetta i limiti di legge”, vi stanno prendendo in giro: si dimenticano di dirvi che il limite più importante (la quantità totale di inquinanti) non è previsto dalla legge!!!

In ogni caso, per metalli pesanti e microinquinanti organici (diossine, furani, IPA, PCB) i controlli definiti "in continuo" secondo TRM sono in realtà "una volta al mese". Lo dice ufficialmente l'ARPA.

Incidenti? Già avvenuti, nel silenzio dei mezzi d'informazione!

Emissioni fuori controllo durante l'incidente del 2-3 maggio 2013

Purtroppo fin dall'inizio (2013) l'attività dell'inceneritore è stata segnata da due incidenti con emissioni totalmente fuori controllo e problemi che hanno portato l'ARPA a denunciare alla magistratura il comportamento di TRM, la società di gestione. Nelle pagine relative all'incidente del 2-3 maggio 2013,quello del 10-11 luglio 2013 ed alla segnalazione dell'ARPA sono disponibili più informazioni sui fatti avvenuti, ovviamente minimizzate da TRM e dai suoi sponsor politici.

Altri incidenti (fra i molti) si sono verificati il 23 novembre 2013 ed a Natale 2013. Cerchiamo di  tenere traccia qui... ma non riusciamo a riportarli tutti, sono troppi!!

In ogni caso, la scarsa correttezza di chi gestisce l'impianto e la pericolosità delle emissioni sono sotto gli occhi di tutti: se il buongiorno si vede dal mattino siamo proprio messi male...

Le discariche spariscono? NO!

L'inceneritore viene fatto per eliminare le discariche? Questa è un'altra favola (o fake news, come si dice oggi!) che vi raccontano. In realtà il progetto prevede che si porti in varie discariche:

  • 110-120 tonnellate di ceneri pesanti (ritenute nocive)
  • 9-10 t di ceneri volanti (rifiuti pericolosi)
  • 5-7 t di prodotti sodici residui (polveri separate dal filtro a maniche, rifiuti pericolosi).

Tutto ciò, sempre "al giorno". Poi, moltiplicate per 365 e per almeno 20 anni di funzionamento previsto. Ovviamente il volume di materiale risulta ridotto, ma la tossicità è maggiore.

Con l'aumento di circa il 20% dei rifiuti bruciati, permesso dal decreto "Sblocca Italia" di Renzi, naturalmente queste quantità dal 2014 sono aumentate: a Torino si smaltiscono anche i rifiuti della Liguria, governata dal centro-destra. Insomma, destra o sinistra gli affari sono affari...

Acqua e metano: altre risorse sprecate

L'inceneritore non spreca solo materiali che potrebbero essere riciclati e recuperati. Consuma anche preziose risorse vergini ed energia. In particolare il progetto di TRM prevede il consumo di:

  • 1 milione di metri cubi d'acqua di falda all'anno
  • 1,6 milioni di metri cubi di metano all'anno

Naturalmente, l'acqua di scarico è inquinata dalle stesse sostanze presenti nei fumi del camino, anche se questo dato non viene divulgato e non se ne parla mai.

Piano rifiuti regionale (2025)

La Regione, non soddisfatta dei veleni e delle polveri che appestano l’aria di Torino e della pianura padana, sta da qualche anno cercando insistentemente di aumentare le dimensioni del gerbido. Il progetto prevede di aggiungere alle 550’000-600’000 tonnellate bruciate attualmente ogni anno altre 250’000 tonnellate. Ricordiamo che in origine il progetto prevedeva 421’000 tonnellate, ora si passerebbe a oltre 850’000. In pratica, un raddoppio dei veleni e delle polveri emesse.

Nel frattempo migliaia di cittadini si vedono bloccare le proprie auto in garage ogni inverno. Le emissioni (enormi) dell’inceneritore invece fruttano milioni di euro alle tasche sia di privati (IREN) che del Comune di Torino, per cui tutto autorizzato allegramente: l’ecologia e l’ambientalismo valgono solo quando si tratta di limitare la circolazione dei cittadini e dei diesel euro4 o euro 5. Ipocrisia pura in nome dell’arricchimento.

Quali e quante sostanze entrano ed escono dall'impianto?

Il flusso di massa dell'impianto è stato definito, sulla base dei dati di progetto, dal Politecnico di Torino. Puoi trovare i dati tecnici in questa pagina.

Aumento della tariffa rifiuti e della bolletta elettrica

soldi

Prima del 2013 Torino ha smaltito i rifiuti in discarica ad un costo di circa 70 €/tonnellata, e già le bollette erano care.

Per il conferimento all'inceneritore inizialmente era previsto un costo di 97 €/tonn (+ 38%), ma oggi si parla invece di 107 €/tonn (+ 53%). La nuova proprietà (IREN, che ha comprato TRM dal Comune) nel suo inceneritore di Parma, ha chiesto 169 €/tonn… Chissà che non decida di alzare il prezzo anche a Torino!

Per quanto riguarda la bolletta elettrica, forse non tutti sanno che l'inceneritore di Torino “pesa” anche su quella. Da molti anni vengono prelevati dalle bollette degli italiani i cosiddetti "incentivi CIP6" e successivamente i "certificati verdi" (decreto Bersani 79/1999), che dovevano servire a promuovere -giustamente- le energie rinnovabili e pulite. Ma la politica sporca ed affaristica è risuscita a dirottare questi fondi, ed oggi quei soldi finiscono in gran parte a finanziare impianti inquinanti come inceneritori o raffinerie. Insomma, paga e crepa.

Dove si trova l'inceneritore di Torino?

L'inceneritore si trova sul territorio del Comune di Torino, in una zona vicinissima ai Comuni di Beinasco, Rivoli, Orbassano, Collegno, Grugliasco, Rivalta, Nichelino ecc. Secondo le simulazioni di dispersione degli inquinanti effettuate dall'ARPA, i fumi possono però arrivare a molte decine di chilometri di distanza, arrivando anche oltre dalla parte opposta di Torino, verso Piossasco, Cumina, Pecetto, Leinì ecc. Le ricadute avvelenano non solo l'aria, ma contaminano anche i terreni e quindi le produzioni agricole e lattiero-casearie in un'area estremamente vasta. Addirittura in alcuni casi ci sono più ricadute di sostanze inquinanti lontano che non a pochi km di distanza.

Insomma, "stare lontani" non basta anche perchè la pianura torinese è molto chiusa e i fumi ristagnano e continuano a girare per la pianura padana.


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Le alternative esistono!

Molte città, anche di discrete dimensioni, raggiungono livelli di raccolta differenziata anche oltre il 70% (vedi Novara); addirittura città molto più grandi di Torino, come San Francisco (USA) hanno adottato la strategia "rifiuti zero", raggiungendo l'80% di raccolta differenziata nel 2012.

A tal proposito consigliamo la visione di questo interessante filmato tratto dal programma TV "Presa Diretta"

Torino e Provincia invece hanno livelli di raccolta differenziata molto più bassi, sotto il 50%, e si è fatto (e speso) pochissimo per migliorare, mentre per l'inceneritore si spendono centinaia di milioni di euro. Come mai? Si vuole avere più rifiuti da bruciare per lucrare sulla salute dei Cittadini? Forse è per questo che sulla raccolta differenziata si investe un centesimo dei soldi investiti nell'inceneritore? Per i rifiuti indifferenziati residui, il trattamento a freddo costa meno, è più ecologico, è più moderno, dà più lavoro, non fa venire il cancro... allora perché i nostri politici insistono con gli inceneritori?

Nelle pagine indicate a lato, puoi approfondire alcuni argomenti sulla storia, su chi ha voluto, su chi gestisce l'inceneritore del Gerbido di Torino.


Blocco dei diesel. E l'inceneritore no?

25 Febbraio 2025 Tempo di lettura: 6 minuti

Un'auto diesel euro 5 o 6 deve percorrere da 4 a 6 milioni di km per emettere gli stessi NOx e PM10 che l'inceneritore emette in UN SOLO giorno. Ma sono alcuni mesi si ripetono frequentemente i blocchi "antismog" soprattutto delle demonizzate auto diesel. Ragioniamoci un po' con dei dati tecnici e oggettivi.

  • limitandosi al traffico, le polveri sono prodotte anche dall'usura di freni, frizioni e pneumatici, quindi anche da auto benzina, metano, gpl, o persino elettriche.
  • le polveri, di origine, in parte cadono a terra ma sono risollevate in aria dal passaggio dei veicoli, pure qui indipendentemente dal motore.
  • le auto diesel euro5 hanno (per legge) LE STESSE emissioni di PM10 delle auto diesel Euro6 e persino degli Euro 6 benzina a iniezione diretta.
  • Alcuni studi (università di Montreal, in allegato) addirittura dimostrano che sono le auto a benzina più moderne ad emettere oggi più polveri.
  • il blocco dei diesel comporta più che altro una riduzione del traffico in generale, perché molte auto negli ultimi anni sono diesel. Probabilmente lo stesso risultato si otterrebbe bloccando le auto secondo altri criteri più "equi", per esempio le auto più vecchie (indipendentemente dal livello Euro), o quelle più grosse, o riducendo i limiti di velocità.
  • gli attuali criteri invece penalizzano gravemente chi non può avere due auto, o non può permettersi di buttar via l'auto di pochi anni per comprarne una nuova. Invece i SUV 5000 di cilindrata da 120'000€ circolano liberamente.
  • bloccare i diesel comporta per forza di cose un aumento dei consumi di petrolio, e quindi di emissioni di CO2, con aggravamento dei cambiamenti climatici.

Viceversa, è scandaloso che nulla si faccia per ridurre l'uso dell'inceneritore, che produce 10 milioni di metri cubi di fumi al giorno, pieni zeppi di NOx e di polveri (ma -incredibilmente- non ha limiti per il PM10!!!!). Anzi, grazie al decreto "Sblocca Italia" di Renzi, è aumentata "per legge" la quantità di rifiuti bruciata per circa 100'000 tonnellate all'anno, in buona parte provenienti da altre Regioni (come la Liguria). In totale sono bruciate circa 500'000 tonnellate all'anno.

Ma facciamo parlare i numeri, confrontando le emissioni ufficiali "garantite" dell'inceneritore e le norme EURO per le auto:

  Inceneritore
(al giorno)
Km percorsi per avere le stesse emissioni
(auto diesel euro5)
NOx ~700 kg ~3,9 milioni (0.18 g/km)
polveri ~30 kg (PTS) ~6 milioni (PM10: 0.005 g/km)*

* (vale anche per diesel euro 6 e benzina euro 5 e 6 a iniezione diretta)

Da notare che abbiamo usato i limiti massimi di legge solo per le auto, mentre per l'inceneritore quelli (più bassi) che sarebbero "garantiti": per fare un confronto equo bisognerebbe usare i valori massimi di legge anche per l'inceneritore, col risultato che le sue "emissioni limite" sarebbero 2000kg di NOx e 100 kg di polveri (sempre tutto "al giorno", vedi i dettagli a questa pagina). Altro che la Panda diesel euro 4!

Riassumendo, si danneggiano i cittadini (economicamente e nella mobilità) con provvedimenti molto propagandistici ma di dubbia efficacia, mentre si lascia piena libertà di inquinare ai soliti noti (ricordiamo che l'inceneritore è stato "privatizzato") garantendo il "turismo dei rifiuti" pure da altre regioni. E lo stesso vale anche per la Lombardia e l'Emilia Romagna, che hanno più inceneritori.

Noi Piemontesi, ringraziamo quindi il PD per aver realizzato un impianto altamente inquinante in una Regione già altamente inquinata (ma guai a toccarlo!), ed anche la Sindaca di Torino Appendino ed il presidente della Regione Piemonte (prima Chiamparino, poi Cirio) per i provvedimenti cosiddetti "anti smog" che danneggiano solo le fasce più deboli della popolazione e si basano su un capro espiatorio "di comodo", ma si guardano bene dal toccare le altre fonti di inquinamento. Troppi interessi.

Ognuno faccia la sua parte? neanche per sogno. Solo il cittadino deve pagare, e anche salato.